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Giancarlo Macciantelli©2013

SERRAMAZZONI 11  MAGGIO  2008 - 11  MAGGIO  2013 
 

CARABINIERE CARLO BARTOLONI  Medaglia di Bronzo al Valor Militare   ALLA MEMORIA SUL CAMPO

  

Serramazzoni, paese di quell’Appennino che in tutti i tempi ha dato all’Arma Benemerita tanti giovani, onesti, volonterosi, animati da un profondo sentimento di fedeltà alla Patria, senza soffermarsi ad esaminare l’orientamento politico dei momentanei governanti.

Qualche volta mi  chiedo: cosa è che trasforma delle giovani reclute volontarie, in eroi ?

Saranno gli Alamari con sopra le stellette ?

Saranno i “motti” dell’Arma :

< Nei secoli fedele. ed usi obbedir tacendo e tacendo morir  ?>  

Da ragazzo ascoltavo i racconti di mio babbo, montanaro originario di Granaglione, arruolato durante la guerra 1915/1918 in un reparto di artiglieria da montagna. 

E così apprendevo quanta abnegazione dimostrarono i Carabinieri, (definiti  ”Soldati della Legge ”) , schierati assieme agli artiglieri sulle sponde  del fiume Piave, nell’impedire alle divisioni austriache di dilagare nella pianura  padano-veneta.

Ma anche molto tempo prima, a Pastrengo, il 30 Aprile 1848, con una carica di tre squadroni, al comando del Mag. Alessandro Negri di Sanfront, i Carabinieri dimostrarono di esserci salvando il Re Carlo Alberto dal cadere prigioniero degli Austriaci.

 

E nel 1942,  il giovane Carabiniere Carlo Bartoloni, obbedendo agli ordini senza discuterli, fu comandato di scorta ad  un treno militare che trasportava prigionieri nel territorio denominato Balcania ( Slovenia , ex-Jugoslavia).  

Fedele alla consegna ricevuta, tentò tutto il possibile per rispettarla, ma durante la notte del 28 giugno 1942, nei pressi della stazione ferroviaria di Lubiana, il treno fu assaltato da un reparto nemico. 

Vi fu un violento scontro a fuoco ed il Carabiniere Carlo Bartoloni si distinse nel respingere gli assalitori, inseguendoli sino al limite  di un bosco vicino.

Benché ferito ad una mano e quindi impossibilitato a fare  ulteriore uso del moschetto, con pistola e bombe a mano apriva il fuoco contro il nemico, sino a quando una raffica di mitraglia lo fermava  per sempre.

Un atto di eroismo , pagato con la Sua giovane vita.  

 

Non so se posso ritenere che la Patria fu generosa nei Suoi confronti, non riconoscendogli la decorazione che a mio giudizio avrebbe meritato.

Purtroppo, nell' immediato dopoguerra vi erano grandi interessi di schieramento politico con il paese confinante.

Ho il sospetto che allora in Italia tutto fu velocemente ridimensionato: ad iniziare dalla sola parziale verità sulle foibe, alla contrastata e vergognosa accoglienza dei profughi giuliani-dalmati del gruppo etnico di lingua italiana alla stazione ferroviaria di Bologna, ai quali fu impedito da parte di alcuni ferrovieri di attingere acqua dalle fontanelle, al minimizzare gli atti di eroismo di chi aveva servito la Patria, sia con la divisa militare, sia con l’impegno civile dei funzionari e/o dipendenti statali italiani, in territorio jugoslavo.

Bene invece hanno fatto  i Carabinieri di ogni grado, non più in attività di servizio (che rimangono sempre Carabinieri), ad intestare  la Sezione dell’ANC di Serramazzoni, al “Carabiniere Carlo Bartoloni, Medaglia di Bronzo al Valore Militare sul campo , alla memoria".

 

Anche gli Ufficiali ed i militari dell’Arma in servizio, hanno voluto presenziare ed onorare la cerimonia, che  ha visto la partecipazione della popolazione dei vari comuni vicini.

 

Mi sono permesso di ricordare il Carabiniere Carlo Bartoloni, sia per l’amicizia che lega la mia famiglia, alla famiglia Bartoloni da ben quattro generazioni, sia perché il padre del nostro Carabiniere, nel 1944 durante la II Guerra Mondiale, con un tempestivo intervento salvò la vita sia a mio fratello (agente della Polizia Ferroviaria) che ad un mio cugino, nel corso di un rastrellamento nazista in Gaggio Montano, sia perché anch’io sono padre di un Carabiniere.       

 

Nella memoria c’è la storia, anche quella triste, delle genti delle nostre montagne e che non deve cadere nell’oblio, ma deve essere ricordata ai giovani d’oggi , PERCHE’ LA PATRIA CONTINUA A CHIAMARSI ITALIA.

Giancarlo Macciantelli

Socio Benemerito della Associazione Nazionale Carabinieri – (Tessera n° 0158/1803 dd.12/6/2001  Roma)