I SALESIANI A BOLOGNA
Il 1° gennaio 1896 si costituì il Comitato Promotore per la fondazione dell’Istituto Salesiano in Bologna.
Il 17 ottobre 1896 (sabato) giunse a Bologna il salesiano Don Carlo Maria Viglietti, che fu dal 1883 al 1888 Segretario di Don Bosco, con un confratello. Don Rua l’aveva fatto vestire di nuovo, gli aveva dato 100 lire e la sua benedizione. Al resto avrebbe provveduto la Santa Provvidenza.
Don Viglietti si recò immediatamente dal Card.Svampa, il quale dopo breve colloquio, lo benedisse e lo invitò ad andare alla Madonna di San Luca e mettere sotto la Sua protezione la incipiente Opera Salesiana.
L’indomani, domenica, Don Viglietti si portò al Santuario di San Luca rimettendo: “”…la nostra sorte in mano alla Madonna, voto d’offerta di Lire 5 al pane di S.Antonio se si trova il locale “”
Infatti, dopo non poche difficoltà, si trovarono presso la Chiesa di San Carlo, tre camere, un salottino e cucina che la Marchesa Zambeccari si propose di ammobiliare di provvedere di tutto il necessario ed a pagarne la pigione.
Dal gennaio all’ottobre furono acquistati, dal Comitato, 17.717 mq. di terreno fuori Porta Galliera, e G.B. Acquaderni ne aveva acquistati altri 2.000 mq. adiacenti. Il Card.Svampa scrivendo al fratello in data 15 novembre 1896 diceva: “Domani avrò una grande riunione per l’impianto de’ Salesiani a Bologna. L’area è già acquistata, ma occorre tutto il resto”.
Intanto Don Viglietti iniziò l’Oratorio festivo nella Chiesa di S.Carlino , che ufficialmente fu aperto l’ 8 dicembre 1896 – Festa dell’Immacolata – presenti 300 ragazzi.
Con l’aiuto di seminaristi e studenti universitari furono allestiti la palestra, il teatrino, la scuola di canto, la scuola di latino per i giovani poveri ed altre iniziative. Questa coraggiosa azione sociale permise una presenza al “S.Carlino” di molti ragazzi che in breve tempo (2/3 mesi) raggiunsero il numero di oltre 600 giovani. I placidi prati “Garagnani” non ebbero tanto fremito di vita e mai udirono voci più gioiose di sana allegria !
Il 20 dicembre 1896 in S.Domenico , pieno di folla, Don Viglietti spiegò al popolo bolognese: “….che cosa intendono fare i Salesiani a Bologna”
Sul finire dello stesso anno, in un vigoroso discorso, il Card.Svampa sottolineò i fini dell’opera. Ne riportiamo per brevità un brano:
“…l’edificio che noi vogliamo qui costruito, è simbolo di ristorazione morale della società, che deve essere rifatta dai suoi fondamenti, ossia nell’età giovanile e deve tornare onesta e virtuosa basandosi sulla pietra fondamentale di ogni moralità e giustizia, che è Gesù Cristo: finché Cristo non rientri nelle officine, nelle scuole, nelle istituzioni, nei costumi, negli animi, insomma in tutte le fibre sociali, è follia sperare onestà nella vita, fermezza di carattere, abnegazione, carità, eroismo, osservanza dei doveri religiosi, domestici, sociali. Don Bosco bene comprese queste verità e senza pompa di teorie astratte, mosso solo dalla carità e dallo spirito di Gesù Cristo, in questa carità ed in questo spirito trovò il segreto di formare giovani alla virtù e fu il primo educatore non solamente d’Italia ma di tutto il mondo civile. Ed i figli di Lui, che raccolsero la preziosa eredità dei suoi tempi, del vero metodo educativo e delle sue dottrine, nell’erigendo Istituto Bolognese cureranno con zelo e con amore la saggia educazione dei figli del nostro popolo e prepareranno a Bologna una generazione migliore.”
Una particolare riconoscenza al grande benefattore dell’Opera Salesiana in Bologna, Mons. Giacomo Carpanelli (Parroco alla SS.Trinità dal 1880 al 1912) , anima del 1° Congresso Internazionale dei Cooperatori Salesiani del 1895, il quale introdusse Don Viglietti in alcune nobili famiglie bolognesi : Zambeccari, Bevilacqua, Acquaderni, Sassoli, Ranuzzi , etc.
Insieme visitarono il terreno fuori Porta Galliera, dove sarebbe sorto il Collegio, etc.
Mons.Carpanelli fu sempre a fianco dei Salesiani come sincero amico, fido consigliere, invitto sostenitori. Meriti così insigni gli procurarono la perenne gratitudine dei Figli di Don Bosco ed un encomio dallo stesso Sommo Pontefice.
22 febbraio 1897 , posa della Prima Pietra : presenti il Card. Svampa e Don Rua.
Ecco come il Card. Svampa preannuncia l’avvenimento al fratello in data 21 febbraio :
“”Ieri è venuto da Torino Don Rua che è mio ospite. Oggi terrà una conferenza ai Cooperatori Salesiani e domani collocherà la prima pietra dell’erigendo Istituto. Sarà una funzione solenne. Io pontificalmente porrò la prima pietra, interverranno o saranno rappresentati il Procuratore Generale, il Presidente della Corte, il Sindaco, il Prefetto, il Generale d’Armata ed altri generali. Essi hanno accettato l’invito e spero non mancheranno. Il luogo è già stato preparato con molta convenienza. Tutto fa credere che la cosa riuscirà bene. Io dirò due parole di circostanza. Nel pomeriggio di domani Don Rua adunerà le Signore, per costituire il Comitato Femminile a favore dell’Istituto erigendo.”
(NOTA : Il Comitato fu presieduto dalla Marchesa Zambeccari) “Pel Carnevale qui si fanno delle commedie in molti istituti pii. Stasera andrò a sentire i giovanetti dell’Oratorio Salesiano.”
Ed ecco come fu annunciato l’avvenimento dalla stampa : dal giornale socialista “Il Pubblico” del 7/2/1897:
”” L’Opera Salesiana in Bologna rappresenta soprattutto una vitalità, una forza di propositi, una sagacia nel partito clericale che non hanno gli altri partiti””;
da “Il Resto del Carlino” del 19/2/1897 :
“”..I Salesiani, dopo il Congresso Internazionale dei Cooperatori, tenuto due anni or sono nella Chiesa della Santa, non sono rimasti colle mani alla cintola, come troppo spesso e troppo a lungo fanno i partiti liberali””;
da “L’Avvenire d’Italia “ del 18/2/1897:
“”si ha da riscontrare (commento a seguito di offerte pro-erigendo Collegio n.d.r.) in ciò che chi non sapeva ancora della venuta dei Salesiani fra noi, lo ha appreso con viva gioia; e che tutti, si può dire, hanno dato qualche cosa, dichiarando inoltre moltissimi il dispiacere che provano di non poter secondare con la mano la larghezza che sentivano in cuore verso l’Opera Salesiana che è riconosciuta così opportuna ed utile””
E mentre gli scavi, le adunanze dei vari comitati e le raccolte continuavano a ritmo sostenuto, 600 giovani dell’Oratorio San Carlino, attraversata la città su venti carrozzoni del tramway , gratuitamente concessi dal Direttore sig. Dupiery, si recavano a San Luca per implorare la benedizione della Madonna sulla fabbrica che sta sorgendo, sulle loro famiglie e su se stessi.
Il 30 maggio 1899, la PROVVIDENZA, confermando la piena fiducia di Don Rua, fece sì che l’Istituto Salesiano di Bologna fosse inaugurato.
L’Opera grandiosa del Prof. Collamarini era ultimata.
L’ala dell’Istituto lunga 87 m., larga 15 m. e alta 22 m., era al tetto! Questo Istituto, con le benedizioni e la benevolenza della Madonna e la generosità dei bolognesi, sorse come incanto in otto mesi , per cui da tutti venne chiamata : “ La Casa del Miracolo ! ”
Lo stesso Don Rua ebbe a dire : “” Ho di fatto il piacere di assicurarvi che fra tanti istituti che io vidi nascere nelle diverse parti del mondo, non conosco esempio da eguagliarsi a quello dato a Bologna.””
Anche gli stessi operai dell’Impresa Stanzani che in numero di 180 e sotto la direzione dell’Ing.Reggiani, dei capomastri Bastia e Franzoni, avevano alacremente lavorato, erano meravigliati e commossi perché nessuna disgrazia, benché minima, aveva funestato il loro lavoro.
In un solo anno (1897) ben 217 giovani furono collocati presso buoni padroni ed altri 120 bisognosi ricevettero soccorsi in denaro.
In data 3 giugno 1899 il Card.Svampa scriveva : “” Mercoledì passai la giornata nel Collegio Salesiano, con l’ottimo Don Rua: Fui lietissimo per la magnifica riuscita che fanno i figli di Don Bosco nella città di Bologna.”” Nell’ottobre del 1899 arrivarono da Torino altri salesiani in aiuto a Don Viglietti e l’Istituto con scuole e mestieri rigurgitanti di ragazzi, funzionò regolarmente.
IL PRIMO MIRACOLO DELLA CARITA’ BOLOGNESE PER L’OPERA DEI FIGLI DI DON BOSCO ERA COMPIUTO !
Nel frattempo, i debiti erano aumentati. Don Viglietti pur di soddisfare i creditori che continuamente lo assalivano, vendette al Marchese Paolo Cattani la sua stessa raccolta di francobolli “ frutto di lungo e paziente lavoro “ per la somma di Lire 2.000.=
In una lettera circolare del 20 dicembre 1900 Don Viglietti poté finalmente dire: “”Nel 1899 la carità vostra verso le nostre opere è stata abbondante ed il debito che sul principiare dell’anno ammontava a Lire 140.000.= si è ridotto a sole Lire 37.000.= nel mese di dicembre. Ed oggi abbiamo la consolazione di dirvi che anche questo debito lo avete estinto nel corso di quest’anno santo 1900””
LO SFRATTO DAL SAN CARLINO
Sul finire del 1901 l’Amministrazione del San Carlino intimò ai Salesiani lo sgombero dei locali da essi occupati. Sfratto ritardato al 6 aprile 1902 e la domenica 13 aprile, quella falange Salesiana di oltre 700 giovani buoni ed affezionati, dopo 5 anni di vita luminosa ed intensissima al San Carlino si trapiantava fuori Porta Galliera, nell’Istituto principale.
La pena che tale trasloco arrecò al cuore dei Salesiani la si poté dedurre da una frase di Don Viglietti : “” Soffriremmo meno amaramente il deperimento dell’Istituto , che quello di San Carlino.””
Ma Dio ai Suoi eletti manda le prove senza ritrarre il Suo braccio. L’Oratorio festivo di Galliera incamminò presto e non meno efficacemente la sua opera a bene dei giovani della “Bolognina” e l’unica istanza supplichevole dei vari Direttori che vi succedettero da quel giorno fu sempre questa :”allargateci i locali….non ci stiamo tutti ! “
Il 14 maggio 1901 :posa della prima pietra per la costruzione della Chiesa del Sacro Cuore di Gesù. In quella occasione il Card. Svampa affermò : “L’Istituto Salesiano ed il Tempio del Sacro Cuore realizzano nel mio pensiero un passo avanti nel progresso del bene : sono quasi un segnale di nuova alleanza fra cielo e terra nella Diocesi bolognese.”
La venuta ed il fiorire dell’Opera Salesiana in Bologna va dato soprattutto ad imperitura memoria del Card. Domenico Svampa. Fu Egli la mente che ispirò, la volontà che mosse e diresse ogni cosa.
Perché “Istituto Salesiano della B.V. di San Luca ?"
Lo dovremmo dedurre da una frase esclamata un giorno del Card. Svampa : “ L’Amore alla Madonna di San Luca si confonde con l’amore all’Istituto Salesiano : chi ama quella non può non amare questo !”
Ora, quel grande Cardinale che conobbe Don Bosco da piccino e ne ebbe la benedizione e ne fu entusiasta immutabile, riposa nella cripta del Sacro Cuore sotto il benevolo e riconoscente sguardo dei figli di Don Bosco !
I primi Direttori dell’Istituto e le scuole professionali.
Don Carlo Maria Viglietti nacque a Susa nel 1864, Segretario di Don Bosco dal 1883 al 1888, a Bologna il 17 ottobre 1896 dove aprì l’Oratorio Festivo al San Carlino. Iniziò e seguì i lavori del costruendo Istituto Salesiano. Avviò questo Istituto con fede ed ardore di carità che apparve prodigiosa. Nell’ottobre del 1898 ebbero inizio nell’Istituto oltre alle scuole elementari e ginnasiali per gli studenti, anche le Scuole di Arti e Mestieri per i giovani artigiani.
Fin dal primo anno furono circa 80 gli allievi falegnami, legatori, sarti e calzolai. Nel tempo si aggiunsero : la Scuola Tipografica e la Scuola dei fabbri e meccanici.
“”La incancellabile riconoscenza degli Ex-Allievi di Bologna ha eternato sul bronzo le soavi sembianze di Don Viglietti a testimonianza del suo fecondo apostolato fra noi. “”
Lasciò Bologna diretto a Lanzo Torinese, ove diede alle stampe due gioielli di libri : “Vocazione tradita” e “ Vita di Collegio”, si spense in Torino nel 1915 tra l’unanime compianto.
Successe Don Alessandro Veneroni a cui va il merito di avere aperto la Scuola Tipografica.
Dopo il suo fecondo sessennio il Direttore, rimarrà a Bologna come “Economo”. Alcuni Direttori in tempi diversi: Don Alessandro Veneroni , Don Giuseppe Divina, Don Giacomo Balestra (successore di Don Divina), Don Eugenio Bigano ( Direttore dell’Oratorio).
COSTITUZIONE DELLA BANDA E DELLA FILODRAMMATICA
Alcuni giovani dell’Istituto e dell’Oratorio portarono le loro note gioiose, il sorriso ed un conforto negli ospedali e nelle feste di beneficenza (era appena terminata la guerra 1915/1918 e l’Italia era a pezzi).
Inoltre Don Divina favorì la diffusione della Buona Stampa, infatti nell’aprile del 1920 vennero distribuiti 12.000 volumetti delle Letture Cattoliche ed istituì un Comitato Femminile di “Azione Salesiana”, perché come ai tempi di Don Viglietti si venisse incontro alle gravi necessità dell’opera.
Per doverosa riconoscenza vennero ricordati alcuni nomi di questi grandi benefattori : Zambeccari, Spada, Zavagli, Barrilis, Zucchini-Solimei, Rusconi, Ricci-Curbastro, Hercolani , Cays , Durazzo, Malvezzi, De Bianchi, Sassoli, Marsigli.
Un anonimo offrì “per scaldare i poveri orfanelli” 130 quintali di legna, un altro 40 metri di sega a nastro ed una dozzine di lime per la scuola di ebanisteria, un altro ancora 58 metri di tela e parecchie dozzine di colletti, etc.
Il 29 aprile 1923 , presenti il Card. Nasali Rocca ed il Rettor Maggiore dei Salesiani Don Filippo Rinaldi, si aprirono i festeggiamenti del 25° Anniversario di Fondazione dell’Istituto in Bologna.
Nel resoconto statistico sta scritto : 2.035 orfani ricoverati, provenienti dalla città di Bologna e provincia, pochi da altrove, 175 figli di Caduti in guerra, 916 venuti gratuitamente, in media 36-37 ogni anno, 4.831 numero complessivo dei ragazzi ospiti dell’Istituto.
Con una grandiosa pesca di beneficenza tenutasi al Palazzo di Re Enzo (1-7 gennaio 1924) ha termine il dinamico sessennio di Don Divina. Gli succede Don Giacomo Balestra ( 1925-1931).
A Don Balestra succede Don Oreto Alessandra – triennio 1931-1934. Sotto di lui un fatto degno di essere segnalato : è quello del riconoscimento da parte dello Stato, delle Scuole Professionali Salesiane (5 giugno 1934).
Continuando ad aumentare di anno in anno le domande dei giovani, si sente la necessità di costruire l’altra parte dell’Istituto.
Infatti il 17 giugno 1926 alla presenza di Sua Altezza il Principe Umberto di Savoia, del Card. Nasali Rocca, del Rettor Maggiore Don Rinaldi e dei rappresentati del Governo e del Senato venne posta la prima pietra.
Due anni dopo, settembre 1928, tutto era terminato e l’Istituto si presentava nella sua meravigliosa imponenza.
Lo stesso Comm.Prof.Arch. Edoardo Collamarini, morto il 25 settembre, pochi giorni prima dell’inaugurazione, osservandolo da lontano esclamava: “”Ora posso morire contento, il mio progetto è stato finalmente realizzato””
Nell’aprile del 1929 il Card. Nasali Rocca affidò ai Salesiani la Parrocchia del Sacro Cuore.
Dal 26 maggio al 2 giugno 1929 con una partecipazione di popolo mai vista, si svolsero i festeggiamenti a DON BOSCO novello Beato.
21 novembre 1929 – ore 15 – crollò la bella cupola del Tempio del Sacro Cuore.
10 maggio 1930 il Salesiano Don Antonio Gavinelli venne eletto Parroco del Tempio del Sacro Cuore, poi fu iniziata la “”ricostruzione”” della Chiesa. Altri Direttori succedutisi nel tempo : Don Torretti, che ebbe come aiuto l’indimenticabile Don Bandiera , Don Brambilla, Don Mariani, Don Alberti, Don Balducci, Don Gatti , Don Consolini.