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Giancarlo Macciantelli©2013

Don Mario Lodi, un sacerdote che ha voluto onorarmi della Sua amicizia.

Alla fine della tragica guerra che ha portato lutti e distruzioni nel nostro Appennino, ha atteso – purtroppo inutilmente – di rivedere, rincontrare il fratello Pietro, la cognata Abbondanzia , i due affezionati nipoti, don Giuseppe e Vincenzo. Ma la ferocia di uomini che avevano cacciato dal loro cuore ogni sentimento di pietà, ha voluto distruggere i Suoi Cari.
Di loro rimasero solo scheletri carbonizzati e la corona del rosario di don Giuseppe, privo del tratto finale con la croce, ultimo oltraggio nazista alla religione.
Don Mario, non vedendo rientrare a Bologna i propri familiari, iniziò varie ricerche.  Venne a Gaggio :  la nipote di don Oreste,  Maria Marchi, aprì la porta della canonica e si trovò dinnanzi un sacerdote a lei sconosciuto. Era don Mario. La notizia che don Mario ricevette, fu tremenda.
Da allora per don Mario, il paese di Gaggio divenne il luogo in cui venire a pregare per tutte le vittime della zona di Ronchidos.
Marco Cecchelli, in tempi passati, gli consegnò i resti del rosario di don Pino, ora conservati nella chiesa di Santa Maria Goretti in Bologna. 
Anche  un pezzetto di tonaca bruciacchiata era stata recuperata in Cason dell’Alta, ma in seguito smarrita.
Da allora,  don Mario si è impresso nel proprio cuore, il nome del nostro paese : Gaggio Montano. 
Per Lui era come un pellegrinaggio il ritornare ad ogni fine settembre presso di noi a pregare per i Suoi parenti, uniti nella stessa morte ad una sessantina ed oltre di gaggesi. Tanta era la Sua commozione quando si inginocchiava dinnanzi alle tre lapidi poste nel Sacrario di Cason dell’Alta, quando pregava invocando al nostro Dio, la misericordia per tutti gli uccisi in quel triste settembre del 1944, pregava intensamente anche per quei gaggesi che avevano lassù perso la vita, anche se Lui non li aveva mai conosciuti.
Ma i gaggesi vollero fargli un dono, sapendo che lo avrebbe gradito.  Vollero dedicare a Suo nipote, il giovane don Pino una strada, quella attorno e davanti alla Chiesa parrocchiale. Non gli è stato possibile vedere e partecipare alla futura apposizione della targa stradale; ma ora dal cielo, assieme ai Suoi Cari, so che starà pregando anche per noi.
Nel giugno del 1998 don Mario Lodi mi scrisse un’ accorata lettera in cui raccontava a qualcuno e per la prima volta, che in una notte del 1935  Pino e Vincenzo ebbero entrambi la stessa visione e cioè ebbero la sensazione che una persona , durante un sogno, si era avvicinata a loro con in mano un cofanetto. La persona sconosciuta aprì il cofanetto  e fece vedere che dentro c’era una stola rossa.  I due fratelli furono sorpresi di avere avuto lo stesso sogno nella stessa notte.  Decisero di non parlarne ad alcuno. Dopo un po’ di tempo Pino lo volle rivelare allo zio Mario, anche se Vincenzo non avrebbe voluto. Fu predizione ? Fu fantasia onirica ?  
Ciao o meglio arrivederci caro don Mario.